Vi ricordate la nostra cartolina sulla curvatura delle banane? Christian Rocca, direttore di IL Intelligence in Lifestyle, cita, nel suo blog Camillo, una mostra organizzata a Bruxelles dai Friends of a Reunited Europe, sigla fasulla dietro la quale si celano i goliardi del Royal Flemish Theatre, «sulla vita nell’ex Unione europea, crollata sotto il peso delle proprie contraddizioni nel 2018».
La mostra è ambientata in un futuristico anno 2063 dove il visitatore è “indotto a immaginare che una volta c’era un continente senza frontiere, senza guerre, con una moneta comune, ma che poi si è fatto cullare dalla ricchezza e dalla stabilità fino ad addormentarsi e, infine, a morire di estremismo, populismo e separatismo”.
L’esposizione è una sorta di ritorno al passato, simile a quei musei nostalgici delle magnifiche e progressive sorti dei Paesi del blocco comunista: “lo spettatore incontra un’imponente colonna greca formata da 300mila pagine di carta, tante quante sono quelle che compongono l’Acquis comunitario con le regole e gli obblighi giuridici che gli Stati membri sono obbligati a seguire una volta entrati nell’Unione. Un’altra installazione mostra i grafici (finti, ma verosimili) con cui l’euroburocrazia decide l’esatta curvatura delle banane, la corretta dimensione dei pomodori e il livello massimo di rumore consentito per i tagliaerba”.
Sempre per Rocca “di fronte all’immobilismo delle istituzioni comunitarie, all’ottusità burocratica dei funzionari di Bruxelles e alla rigidità delle politiche unitarie, il problema semmai è che gli argomenti a favore dell’esperimento europeo iniziano a scarseggiare, le convinzioni a vacillare e l’entusiasmo, be’, l’entusiasmo è già svanito da tempo (…) la mostra sulla fine dell’Europa merita di diventare itinerante e di essere vista in giro per il continente”.
Save the Choice è nata anche con lo scopo di rilanciare il dibattito sul futuro dell’Europa e la partecipazione dei cittadini al progetto Europeo. Bisogna evitare che l’Europa diventi un’istituzione lontana, che impone regolamenti assurdi e sacrifici senza dare una prospettiva. Dobbiamo tornare al Sogno Europeo.